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San CorradoSan Corrado di Baviera

Ricostruzione Storica

di Pio Corbo

Cartina

Per gli storici la vicenda corradiana è tuttora aperta: esistenza storicamente provata del Santo; data di nascita e di morte; sua appartenenza all’Ordine cistercense; sua partecipazione alle crociate in Terra Santa; sua esperienza in Palestina e motivi del rientro in patria; sua presenza nell’Ospedale per i crociati di Santa Maria dei Martiri in Molfetta; soggiorno eremitico in Santa Maria ad Cryptam nel territorio di Modugno; data della sua morte e traslazione della salma nella Cattedrale di Molfetta.

Tutto può essere acquisito con l’interrogativo del dubbio, mancando una seria documentazione storica atta a dare per certo ogni avvenimento dianzi ricordato.

Ci siamo arricchiti di notizie idonee a dare per certe almeno alcune verità anche perché accertate indiscutibilmente dai maggiori storici della vita del Santo. Ne citiamo i principali: il gesuita Padre Antonio Damiani con la sua “Storia panegirica e morale di San Corrado” pubblicata a Napoli il 1670; l’arciprete molfettese Giuseppe Maria Giovene (1828); Padre Antonio Carafa (1837); Vito Fornari (1896); canonico Nicola Trentadue (1888); il molfettese Marchese Gaetano de Luca; il suddiacono Francesco Pasquale Catacchio (1902); Adolfo Dietrich (1914) al quale si contrappone Francesco Samarelli con due pubblicazioni nel 1921 e nel 1935: ed infine il monaco trappista statunitense Corrado Greenia con le sue pubblicazioni del 1969 e 1991.

Ed è opera rilevante la pubblicazione quanto mai ricca sotto ogni aspetto del Gr. Uff. Mons. Luigi de Palma che ha dato alle stampe il 1996 un ampio trattato dal titolo “San Corrado il Guelfo” con una indagine storico agiografica di grande pregio. Nella sua introduzione Mons. De Palma ricorda anzitutto che “San Corrado il Guelfo, monaco ed eremita, Patrono della città di Molfetta non è uno dei tanti santi patroni venerati localmente e rimasti sconosciuti oltre i confini della città, del villaggio o del gruppo che li onora”. “... il lavoro degli agiografi, presenti in ogni secolo a partire dal Seicento, ha contribuito non poco sia alla ricerca storica e biografica su Corrado, sia all'incremento del culto e della devozione verso di lui”.

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