P. Annibale e L'Eucarestia
PREMESSA
Il tema di questa sera "P. Annibale e l'Eucaristia" si inserisce nella spiritualità rogazionista che è essenzialmente cristologica. I misteri della vita di Gesù hanno lo spirito di P. Annibale Maria Di Francia:
- Gesù Bambino
- Gesù Eucaristia e Cuore di Gesù
- Il Nome SS. di Gesù
- La Passione del Signore con:
-Preziosissimo Sangue
-Le cinque piaghe
-Il Sacro Volto
Vorremo accostarci questa sera ai misteri dell'Eucaristia per i quali P. Annibale è adoratore e fervente innamorato di Gesù Sacramentato anche perché l'amore all'Eucaristia rappresenta una dominante della sua spiritualità e una testimonianza per noi.
Due elementi la caratterizzano:
il primo: l'intelligenza del Rogate, ricevuta dallo Spirito Santo mentre da giovane era in preghiera dinanzi a Gesù Sacramentato in una chiesa di Messina "Quand'ecco – scrive di sé in terza persona P. Annibale – una bella idea che chiameremo idea-risorsa, ad un tratto nella mente del sacerdote iniziatore, idea che può essa stessa essere figlia di una grande parola del Vangelo, di un'idea ancor più grande, più sublime che lo Spirito, il quale spira dove vuole, pare abbia ispirato Egli stesso, tanti anni prima che si ispirasse la Pia Opera fin dai primordi della spirituale giovinezza."
L'altro avvenimento segna una svolta decisiva nella storia dell'opera nascente: la prima venuta di Gesù Sacramentato fra i poveri e gli orfani del Quartiere Avignone. Non c'era difatti in quel luogo una cappella sacramentale. Sarebbe stata sufficiente una stanza pulita e adorna, celebrare la Messa e riporre l'Ostia consacrata nel tabernacolo. Invece no! Il Padre volle preparare i suoi poveri, li evangelizzò, suscitando nei piccoli e nei grandi il desiderio di avere stabilmente il Signore Gesù
Così dopo due anni di fervorosa attesa il Padre celebrò la Messa fra canti e preghiere, inaugurando la cappella sacramentale fra i suoi poveri. Era il 1° Luglio 1886. Questa data resterà memorabile e sarà ripresa ogni anno e celebrata con sempre maggiore manifestazione di fede.
Questi due eventi, come vedremo fanno da sfondo alla fede eucaristica di Padre Annibale Maria Di Francia, dichiarato santo da Sua Santità San Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.
Volendo sollevare i veli della sua intimità con Gesù per cogliere la traccia della sua testimonianza guardando alla sua santità realizzata attorno all'Eucaristia, potremmo articolarla in tre punti:
L'Eucarestia
1. Luogo del suo dialogo con Dio
Uomo di preghiera
Una prima definizione descrittiva di P. Annibale è "fu un uomo di preghiera". P. Vitale scrive "A noi che gli stemmo vicino e lo accompagnammo per le vie, per le case, nella chiesa e nella stanza da letto, riteniamo che talune invocazioni verso Dio che gli sfuggivano, certi sospiri, alcuni gemiti, furono delle continue giaculatorie, che egli innalzava ai cieli per stare quasi sempre in preghiera" (Boll. 192 pag. 157).
Lo stesso Padre dice "La preghiera è il respiro dell'anima" e insiste sulla potenza della preghiera, sulla sua necessità, parla della preghiera del cuore, delle veglie notturne e della preghiera per le vocazioni, ideale e carisma della sua vita.
Fin dalla giovane età amava rimanere davanti a Gesù Sacramentato in adorazione nella chiesa di Messina dove era esposto il Santissimo per le quarant'ore, specie nelle chiese tenute da religiosi (chiesa di Portosalvo, San Lorenzo, Monastero di Montevergine).
Preghiera eucaristica
Nell'adorazione eucaristica egli esprimeva tutta la dimensione della preghiera: adorazione, contemplazione, ringraziamento, lode e domanda.
Adorazione
L'adorazione eucaristica è la forma di preghiera che esprime con maggiore evidenza la dipendenza dell'uomo da Dio.
Gesù nell'Eucaristia esprime la sua signoria nella totale donazione all'uomo e l'uomo nell'adorazione esprime la sua condizione di umile e fiducioso abbandono nella presenza della divinità nascosta nel pezzo di pane. Spesso nella nostra adorazione siamo assaliti da distrazione e preoccupazione che lasciano apparire solo vuoto interiore, aridità interiore. A volte in questa aridità interiore ci sembra di perdere tempo stando per un determinato tempo davanti all'Eucaristia, è comunque un gesto d'amore!
L'adorazione eucaristica è forse la forma di preghiera che può meglio di ogni altra aiutarci a vivere il rapporto personale con il Signore, soprattutto se è preghiera prolungata personale e di ascolto.
Nel libro "Con Gesù nel deserto" Voillaume scrive "L'Eucaristia è una presenza di consolazione, di sostegno, di fede, di fedeltà, di richiamo al mondo invisibile e infine un invito ad adorarla e a unirci alla sua preghiera perpetua".
Nell'adorazione P. Annibale rivolgeva a Dio la sua facoltà di conoscenza e di ascesi. Operava un distacco da tutto per far convergere verso Dio i sensi, l'immaginazione, la memoria, l'intelligenza. Riconosceva e richiedeva in modo esplicito il dono dello Spirito Santo, manteneva i contatti con Gesù servendosi della sua parola e rileggendo con calma la preghiera che andava scrivendo, suscitando nel cuore un dialogo con l'ospite divino coi sentimenti dell'amore e della gratitudine più che con la considerazione della mente. Nell'adorazione faceva il discernimento della sua situazione di vita di fronte al Signore, rendendo omaggio di adorazione al Corpo e al Sangue del Signore.
Rendimento di grazie e lode
Rimaneva in prolungato ringraziamento dinanzi a Gesù Sacramentato non solo dopo la Messa, ma anche per le grazie e i benefici che riceveva e esortava i suoi figli a farlo (come in occasione della Grande Supplica al Nome SS. di Gesù "perché – diceva – è un mezzo per ottenere sempre più nuove grazie e misericordia e anche perché il grande Donatore di tutti i beni merita il tributo di ogni gratitudine da parte di ogni creatura" (Antologia Rogazionista pag. 217).
Gesù Sacramentato deve essere "adorato" perché deve essere "ringraziato". L'adorazione eucaristica è rendimento di grazie nell'atteggiamento di povero, di umile, che sperimenta la ricchezza e la potenza di Dio nell'Eucaristia. Adorazione è anche gratitudine dell'uomo di fronte alla grandezza di Dio.
Nel corso degli anni la riconoscenza e la lode non si spensero mai e come Mosè innalzò il canto di ringraziamento al Signore perché "cavallo e cavaliere aveva gettato nel mare", come Davide "alla prima aura del mattino imbracciava l'arpa e innalzava il suo canto d'amore", così l'apostolo messinese ogni anno cantava il suo grazie solenne al Signore con i famosi Inni del 1 Luglio.
Preghiera di richiesta
"Infine l'adorazione è il luogo ideale per chiedere, impetrare, implorare, bussare, supplicare la vittima divina di concedere ciò che serve all'avvento del suo Regno, al bene delle anime e ciò che ci ha ordinato di domandare. In questo contesto è espressa la preghiera al "Padrone della messe che mandi operai alla sua messe".
Raccomandava di:
-credere all'efficacia della preghiera
-farla con costanza e insistenza
-presentarla nel Nome SS. di Gesù
-perdonare prima di chiedere
-pregare con gli altri
-pregare nello Spirito Santo.
La fede di P. Annibale nella preghiera di richiesta si poggiava sulla parola di Gesù "Qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome Egli ve la concederà" e tenne fede in tutta la sua vita a questa parola con i voti di fiducia. Ogni anno a partire dal 1886 il 31 gennaio, si presentò dinnanzi a Gesù Sacramentato solennemente esposto con "La Grande Supplica all'Eterno Divin Genitore nel Nome SS. di Gesù".
La devozione eucaristica di P. Annibale è anche ricca di esempi edificanti. L'adorazione pubblica era:
-in ginocchio
-posizione eretta
-mani giunte e appoggiate alla fronte da solo
-si prostrava bocconi per terra
-pregava a braccia aperte incrociate sul petto
-in profondo raccoglimento.
Dopo l'adorazione era come Mosè, "acceso in volto come trasfigurato", diceva "mezzora davanti a Gesù Sacramentato è cosa davvero deliziosa". Fu notato dinnanzi al SS. esposto in adorazione continua in ginocchio per 4 ore. Nel 1 Luglio poi stava tutta la giornata. La sera dopo che gli altri erano andati a letto, egli andava in cappella e passava molto tempo. La preghiera e l'adorazione aumentavano quando urgevano particolari bisogni. Alcuni confratelli suoi contemporanei hanno testimoniato di averlo visto in estasi durante la preghiera.
2. L'Eucaristia punto di orientamento e di convergenza della sua vita e della sua opera
Gesù centro amoroso
Gesù Sacramentato costituì di fatto l'elemento fondamentale della sua vita e della sua opera "Sono tre anni che la fede e l'amore nel Santissimo Sacramento hanno formato l'inizio, il progresso e lo sviluppo di questa minima opera. Tutto dipende dal S. Tabernacolo dove è nascosto l'amorosissimo Signor Nostro, Gesù Sommo Bene e quivi dobbiamo attendere e compensarlo con atti di amore, di ossequi di riparazione, di perfetta sudditanza e perfetto adempimento della sua volontà santissima e adorabilissima." (Lettera al Vescovo di Oria).
Nelle difficoltà
Egli racconta che nei 22 anni di vita dell'opera, attraversando un difficile momento, scrisse una supplica fervente che come "freccia doveva toccare le viscere di misericordia del cuore di Gesù in Sacramento" e aperto il tabernacolo pose quella supplica sotto forma di lettera sotto la pisside. Cominciò l'incremento dell'opera! "Questo se è scritto perché ne resti perpetua memoria."
1 Luglio
Per comprendere l'eredità e la centralità dell'Eucaristia dall'opera fondata da P. Annibale occorre approfondire il senso della festa del 1 Luglio. Essa si collega alla prima venuta di Gesù Sacramentato "in mezzo ai poverelli mendicanti e ai figliuolini e alle figliuoline di quei poverelli".
Aspettazione e il tabernacolo vuoto
L'aspettazione della venuta di Gesù Sacramentato si può paragonare a quella dei figli d'Israele per il Messia. "Quindi la comune aspettazione parve matura – racconta il Fondatore parafrasando il 14° verso del Prologo di Giovanni "e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" – Gesù venne in mezzo a noi per non partirsene mai più, restarvi con la sua divina presenza" (Scritti vol. 1 pag. 97)). "Venne come Re tra i suoi sudditi per piantarvi il suo regno, come buon pastore tra i suoi agnelli, per formarsi il piccolo gregge, che a Lui in Sacramento affidato, doveva essere da Lui stesso pasciuto e vivere con Lui senza timore" (ibidem).
L'opera spunta bambina ... come piccola carovana
"La Pia Opera – scrive il Padre – con la venuta di Gesù Sacramentato spuntò bambina, o meglio spuntò come piccola carovana, per cominciare uno scabrosissimo pellegrinaggio, ma sempre confortato dalla vera arca dell'alleanza che contiene non la manna simbolica, ma il Pane vivo disceso dal cielo, Gesù in Sacramento." (Vol. 51).
La memoria
Il 1 Luglio è una testimonianza di amore vivo, perpetuo, il Padre scrisse 99 Inni di cui 40 all'Eucaristia raccolti in volume, meravigliosa sintesi di poesia e di profezia, di fede e di testimonianza, di riconoscenza e di speranza. E' un tributo annuo di amore e di fede all'adorabile Gesù in Sacramento, come centro di tutti gli onori, come centro di tutte le grazie. E' un debito di gratitudine per la dimora di Gesù nell'opera per tutte quelli che vi sono appartenuti, che vi appartengono e che vi apparterranno. I figli e le figlie di P. Annibale celebrando ogni anno celebrando il 1 Luglio intendono "fare memoria di un avvenimento: "il Re di eterna gloria si è degnato di venire ad abitare in mezzo a noi". La memoria ha rappresentato per questo amante dell'Eucaristia, ciò che fu l'Esodo dell'Antico Testamento per gli Ebrei.
Gesù Sacramentato è stato salutato:
- Verace Salomone (1887)
- Pontefice Sommo e Sacerdote (1888)
- Gesù dolce Padre di Pace e di Amore (1889)
- Frutto e insieme Agricoltore (1891)
- Medico e insieme Medicina (1893)
- Dolce calamita (1897)
- Pane vino dolce Agnello (1899)
- Manna sovrumana (1900)
- L'Esodo
Per allargare la testimonianza sugli Inni del 1 Luglio, sulle analogie, sulla simbologia riguardante i 40 anni dell'Esodo dei figli d'Israele dall'Egitto, possiamo dire che per lui e per i suoi figli, gli Inni erano come altrettanti capitoli di un nuovo Esodo in cui il Padre aveva registrato altra Pasqua, Alleanza, Mar Rosso, acqua di Meriba e deserto. Essi per tutti i figli e le figlie di P. Annibale sono i nuovi "Canti di Sion". Sarebbe veramente bello poter raccogliere il miele di questi Inni e vi assicuro che quanto più ci si avvicina a questa letteratura, più si vuol conoscere e più si scoprirà la profondità e la bellezza di ciò che la sua anima ispirata comunicava per Gesù Sacramentato.
L'Eucaristia e il Mistico Alveare
"Sia Gesù in Sacramento – scriveva – per tutti i componenti dell'opera e per quanti con loro convivono, il mistico alveare, attorno al quale essi girino e rigirino e dentro il quale riposino e formino il dolcissimo miele delle virtù che più piacciono al palato di Gesù Sommo Bene (Prefazione Inni del 1 Luglio).
Gesù Sacramentato e il Fondatore
Egli dice che Gesù è il centro amoroso, fecondo, doveroso e continuo, il verace, effettivo e immediato fondatore e aggiunge "Ma in questa Pia Opera che doveva elevare a istituzione, il divino comando del divino zelo del suo cuore ... può dirsi che Nostro Signore stesso, senza intermediazione di un fondatore nel vero senso della parola, si sia mostrato geloso di essere stato Egli stesso dal Santo Tabernacolo il vero Fondatore".
Amore ai poveri
"Dalla liturgia, particolarmente dall'Eucaristia, deriva in noi come da sorgente, la grazia e si ottiene con la massima efficacia quella santificazione degli uomini e glorificazione di Dio in Cristo, verso la quale convergono, come a loro fine, tutte le attività della Chiesa". Dalla Comunione Eucaristica nasce la comunità che trova nella partecipazione al Corpo e al Sangue di Cristo il suo culmine comunitario generato dall'amore di Cristo fattosi umile servo dell'uomo, chiamato a sua volta al servizio di carità a vantaggio dei fratelli (Lumen Gentium). L'amore all'Eucaristia è per i religiosi e per le religiose la fonte dell'energia per rinnovare l'amore al Signore attraverso il servizio ai piccoli e ai poveri per i bisogni della società. Gesù nell'Eucaristia esprimeva il suo amore verso i poveri, perché era andato ad abitare tra loro nel Quartiere Avignone, volgarmente "Mignuni" facendosi "mignunaru". Infatti nel 1889 nell'Inno a Gesù nostro Padre leggiamo:
Ah! dite se trovasi delizia più bella:
V'è un luogo di povere capanne laggiù,
Un povero in una, due poveri in quella,
Tre orfani in altra, e in una Gesù!
Testimonianza
Esempio di attenzione all'Eucaristia nella comunità. Qualcuno si chiederà quale testimonianza concreta ha dato P. Annibale alla sua comunità? Una tangibilità a perenne testimonianza che il Padre ha lasciato è certamente il Tempio della Rogazione Evangelica di Messina, unico al mondo dedicato alla preghiera per i buoni operai. Esso celebra la memoria del primo tempietto cui Gesù venne sacramentato nel 1886 per ripartirsene mai più.
Ma vi sono anche frammenti di sensibilità eucaristica nei quali emerge il suo amore all'Eucaristia.
Uscendo e rientrando
-Ritornando dai viaggi salutava la comunità "c'è Gesù che aspetta, noi ci vedremo dopo!"
-Stando in casa visitava spesso il SS.
-Uscendo di casa e rientrando passava in cappella per la visita al Padrone di casa e lo lasciò anche nei Regolamenti.
La genuflessione
-Ci teneva che si facesse bene la genuflessione. Egli fino agli ultimi anni di vita la fece flettendo il ginocchio fino a terra e aggiungendo l'inchino.
-Richiamava quanti non facevano bene la genuflessione. Una volta dal coro di Oria vide la genuflessione della comunità dei ragazzi, dopo la visita serotina non l'avevano fatta bene; scese subito, fece rientrare tutti e rifare la genuflessione.
I campanili
P. Tusino racconta che a 12 anni ebbe il primo incontro con il Padre che lo prelevò da Bisceglie e lo condusse a Oria. Avvicinandosi ai diversi paesi egli si affacciava al finestrino cercando con lo sguardo la chiesa e diceva "vedi c'è Gesù abbandonato" e suggeriva preghiere e giaculatorie.
Debolezza nelle gambe
Negli ultimi anni di vita diceva a P. Vitale "mi sento una grande debolezza alle gambe, forse perché sono stato molto tempo in ginocchio in vita mia!"
Scriveva le preghiere, usava moltissimo pregare scrivendo.
3. L'Eucaristia e il Sacerdozio, ossia Gesù e il Rogate
L'Eucaristia e l'ansia per le vocazioni
P. Annibale si può considerare uno dei grandi spirituali dell''800 e del '900 e uno dei "rari contemplativi itineranti".
La matrice eucaristica assicura alla spiritualità della sua famiglia religiosa e al Movimento Rogazionista la solidità della formazione "Venne come divino agricoltore – scrive – per coltivare da se stesso, proprio da se stesso, la sua pianticella nel cui germe, sepolto nella terra della prova e della mortificazione era accluso il piccolo seme del suo divino Rogate". Questa citazione mette in relazione l'Eucaristia e il Sacerdozio di cui il Rogate è come la radice. Allora l'Eucaristia non è solo oggetto passivo di culto, ma soggetto attivo di partecipazione e di coinvolgimento ai problemi attuali e agli avvenimenti quotidiani della vita. P. Annibale individuò in questa realtà teologica una particolare sintonia col carisma rogazionista.
Gesù in forza della sua unione ipostatica nell'Eucaristia è presente in corpo, sangue, anima e divinità. Dunque è vivo e vero, vivo e presente con i suoi sentimenti, con il suo zelo, con la sua ansia per la perdita delle anime per i problemi e le povertà del nostro tempo.
L'identità carismatica del P. Di Francia si sviluppa nei luoghi dove risiede il principio dinamico del sacerdozio e dell'Eucaristia e dove ha origine la Chiesa: il Cuore Eucaristico di Gesù (D.C.1980 n.135).
La fornace
Nel discorso del 1 Luglio 1903 egli parla della morte di Gesù e del suo cuore che non si spense mai: "Prima ancora che quel Cuore adorabile cessasse di battere sulla croce, l'amatissimo Gesù aveva già provveduto perché quella fornace di carità rimanesse sempre accesa. Ciò Egli fece la sera del giovedì santo quando istituì il più sublime sacramento del suo amore: la SS. Eucaristia e il Sacerdozio che la rinnova e propaga. In questi divinissimi sacramenti il Cuore SS. di Gesù è una fornace sempre ardente di eterna carità." (Inni del 1 Luglio).
Gesù del Rogate
Nell'Eucaristia è presente Gesù del Rogate, anzi è presente il Rogate perché mentre esso è grido dei poveri è anche grido del Cuore di Cristo. L'incontro allora con Gesù Sacramentato è l'incontro con la fonte del carisma, con la sua ragione di essere nella Chiesa. "Deve sapersi e ritenersi, ora e in perpetuo, che questa Pia Opera ha avuto per suo verace, effettivo ed immediato fondatore Gesù in Sacramento (Antologia Rogazionista pag. 729).
Il Cuore Eucaristico di Gesù assunto dal Padre si trova simboleggiato sul frontone del Tempio della Rogazione Evangelica di Messina su cui, come asserisce P. Serafino Santoro, il Padre collocò un bassorilievo del Cuore di Gesù e ai suoi lati due angeli con la scritta "Venite adoremus", "Venite adoriamo".
Pio XII nell'enciclica Haurietis Aquas del 1956 sosteneva: "Non si potrà facilmente comprendere la forza dell'amore che ha spinto il Salvatore a farsi nostro spirituale alimento (cibo eucaristico se noi coltivando una speciale devozione verso il Cuore Eucaristico di Gesù)" (n. 71).
Per il Padre, come del resto per San Pietro Giuliano Eymard, Santa Margherita Maria Alacoque e Sant'Alfonso Maria De' Liguori la devozione al Cuore di Gesù e all'Eucaristia si identificano. La riparazione alle offese che il Cuore di Gesù riceve si esprime infatti nell'Eucaristia anche con la pratica dei primi venerdì di mese, così come le pene intime di Gesù per la scarsezza di operai sono presenti nell'Eucaristia.
Eucaristia e Sacerdozio
L'Eucaristia e il Sacerdozio nacquero contemporaneamente dal Cuore di Gesù Cristo durante la desiderata ultima Pasqua trascorsa con i suoi discepoli "mentre essi mangiavano Gesù prese il pane e disse: "prendete e mangiate, questo è il mio corpo", preso il calice "prendete tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza versato per molti in remissione dei peccati" (Mt 26,26-29) "fate questo in memoria di me" (Lc 22,19).
Fate questo in memoria di me
In questa espressione c'è la chiave di lettura dell'affermazione "La Chiesa fa l'Eucaristia e l'Eucaristia fa la Chiesa". Si comprende allora il ruolo di chi nel nome del Signore e della Chiesa chiama sull'altare il corpo e il sangue di Cristo, di chi continua il memoriale della sua passione, della sua morte e risurrezione, di chi realizza i gesti di Cristo nell'Eucaristia quale vittima, cibo e medicina delle anime. Il Padre sentì la grandezza e l'importanza del ministero sacerdotale e la necessità di obbedire al divino comando d'impetrare ministri santi e avvertì anche che questa preghiera fosse nel Cuore di Cristo presente nell'Eucaristia.
CONCLUSIONE
Concludo spigolando ancora tra la piccola attenzione che il Padre aveva per Gesù Sacramentato.
La pisside
Poneva la pisside in fondo al tabernacolo per non chiudere la porta in faccia a Gesù.
Camminava a ritroso.
Uscendo dalla chiesa, fu notato, camminava a ritroso per non voltare le spalle al SS. Per questo le suore dell'Istituto dello Spirito Santo di Messina uscivano dalla cappella da una porticina laterale.
Visitine
Passando da vicino alle chiese, si fermava per una visita la SS. Sacramento.
Colloquio eucaristico
P. Vincenzo Caudo, fondatore de La Scintilla, riferisce che da seminarista andava ad Avignone per la festa del 1 Luglio e che nei colloqui eucaristici che si teneva con Gesù Sacramentato per la benedizione eucaristica, ebbe l'impressione che il Padre parlasse personalmente col Signore.
Cotta e stola per pregare
Talvolta a sera si chiudeva in cappella, indossava cotta e stola e apriva il tabernacolo e lì pregava a braccia aperte prostrato per terra (specie quando premevano i creditori).
Gesù Sacramentato insomma era la luce della sua vita, la fonte da cui attingeva continuamente, il riferimento per il suo carisma e la sua carità. La sua devozione era ardente e costante, contagiosa e inimitabile. Il suo zelo per la gloria di Dio, la salute delle anime e la preghiera per i buoni operai, è ancora esempio stimolante per noi tutti. L'amore e l'adorazione al Cuore Eucaristico di Gesù è la via sicura della nostra santificazione, ma anche luogo privilegiato di preghiera, specie per la richiesta di vocazioni sante sacerdotali, religiose e laicali.
Ed ora a mo' di sintesi, conclude il Padre, lui maestro e guida dei nostri spiriti, ci traccia una via nuova di santità:
"Quando Gesù s'immola sull'altare, esse (le anime amanti) s'immolano con Lui, quando Gesù entra nei loro cuori, s'immergono nel Cuore Santissimo di Gesù, quando l'unione sacramentale finisce, la loro unione coi Tesori infiniti non finisce: si uniscono con Gesù Ostia nel sacro ciborio, con Lui restano di giorno e di notte, palpitano coi palpiti del Cuore Eucaristico di Gesù, pregano con la preghiera di Gesù in Sacramento, si arricchiscono di tutti i beni di cui è riboccante quell'infinito tesoro, amano Dio e i fratelli con quell'eterna carità che arde più che il mistico roveto di Mosè, in quel divino mistero. Così speriamo e così sia. Sia lodato Gesù e Maria."
(Discorsi 1.7.1917 N.I. Vol. 3 pag. 118)
PREGHIERA AL CUORE SANTISSIMO DI GESÙ
Cuore compassionevole di Gesù, giungano al vostro cospetto i gemiti ed i sospiri che a Voi innalziamo. Una grande ed immensa misericordia siamo venuti a domandarvi, a vantaggio della vostra Chiesa, e a salute delle anime: degnatevi di mandare sacerdoti santi in mezzo ai popoli. Pietosissimo Gesù, Voi passaste sospirando per le città della Giudea, e vedendo quelle turbe abbandonate come gregge senza pastore, diceste: La messe veramente è copiosa, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il Padrone della messe, perché mandi operai alla sua messe. Rogate ergo Dominum messis, ut mittat
operarios in messem suam.
Or voi siete il Padrone della messe, Voi siete il mistico Ortolano che avete piantata la vigna delle anime, e l'avete innaffiata col vostro Preziosissimo Sangue, Voi formaste la vostra Chiesa come un campo fiorito, come un orto chiuso, in cui Vi piace raccogliere i fiori delle sante virtù, e i frutti delle buone opere, e questi frutti sono dolci al vostro palato. Ah! Voi avete fame e sete di anime, o dolcissimo Gesù, e il vostro Cuore amante si liquefa nel mezzo del vostro seno.
È divenuto scarso il numero degli agricoltori della vostra vigna! Sono venuti meno i buoni operai nella vostra Chiesa! La luce del mondo si eclissa, e perciò i popoli restano nelle tenebre dell'ignoranza e del peccato, perciò le povere anime periscono, perciò Satana divora le prede, perciò i pargoli domandano il pane della vita, e non vi è chi loro lo spezzi!
Padre Nicola Bollino r.c.j.
Bari, 1991