S. Annibale M. Di Francia apostolo del Rogate a Catania
(P. Nicola Bollino r.c.j.)
PARTE I
Alcune dimensioni della vita di S. Annibale M. Di Francia
1.1. La dimensione culturale
Oltre alla frequentazione di maestri e pensatori del suo tempo quali Felice Biscazza, Riccardo Mitchell, Tommaso Cannizzaro, Vincenzo Lilla, gli zii Raffaele Di Francia professore al S. Nicolò de’ Cistercensi, il patriota e storico Giuseppe La Farina, Don Giuseppe Toscano fondatore de “La Parola Cattolica”, egli conosceva il pensiero antico e moderno anche al di fuori della Chiesa, per la facoltà concessagli di leggere i libri proibiti. Ciò gli consentiva di dialogare coi lontani sul piano della cultura e dell’onestà intellettuale.
Tra i 62 volumi dei suoi scritti si registrano testi di Poesia, Discorsi, Elogi Funebri, articoli ed esercitazioni letterarie.
Come giornalista e pubblicista, fu direttore del Giornale “La Parola Cattolica”, parlava e scriveva correntemente il francese per i contatti avuti con alcuni personaggi del suo tempo come lo scienziato Abate Sabastian Kneipp, l’Abbè Combe e la veggente de La Salette Melania Calvat, la quale risiedette a Messina tra le FDZ tra il 1897-98. In quella occasione P. Annibale tenne l’elogio funebre sulla veggente e spedì una copia anche al Cardinale Nava.
La sua poesia si esprime maggiormente sul versante mistico soprattutto con gli “Inni del 1° luglio”. 99 Inni sull’Eucarestia e su Maria.Su Catania egli espresse il suo interesse culturale.
- Il 22 febbraio 1892 per il 25° di episcopato del Card. Giuseppe Benedetto Dusmet in un numero unico del giornale cattolico catanese “La campana” fu pubblicato un suo contributo. Si tratta di un Salmo (altra sua peculiarità letteraria) dal titolo:
”Per l’unto del Signore Card. Dusmet arcivescovo di Catania”.
È un lavoro poetico in cui condensa mirabilmente l’attività pastorale dell’uomo di Dio (Scritti vol. 53 – Tusino - 5MB2 p. 241).
Egli, nonostante gl’impegni, si tiene aggiornato sui movimenti letterari del suo tempo e della Sicilia. Nel 1919, dovendosi muovere continuamente per visitare le sue Opere, richiede dalla Casa di Altamura (Ba) i numeri arretrati del foglio culturale il “Giornale dell’Isola di Catania”.
In un discorso del 26 maggio 1881 trattando della protezione di Maria nei terremoti cita lo storico Segonio secondo il quale Catania nel 1164 subì una sorta di tsunami per cui il mare prima si ritrasse e poi con molto impeto ritornò e distrusse la città (Scritti vol.19,4636). A proposito di calamità negli anni 1880-90 per morti a causa del colera Catania ebbe il più alto numero di morti tra le città d’Italia (Tusino 4MB3).
1.2. La dimensione sociale
Un’espressione lo caratterizza: “Padre degli orfani e dei poveri”. E lo fu realmente. Famosa la sua poesia: “Io l’amo i miei bambini – ei per me sono il più caro ideal della mia vita”.
Egli giovane diacono va a vivere con i poveri del malfamato “Quartiere Avignone” di Messina trasformando quegli abitanti “branco di bestie”, in uomini onesti e laboriosi, educando i loro figli con l’istruzione, il lavoro e la fede. In seguito nei suoi Istituti e dopo di lui, dalla Sicilia al Lazio e in tutto il mondo nelle missioni si accoglieranno migliaia di orfani di ambo i sessi.
Particolare attenzione ebbe poi per i poveri. Li cercava, li rivestiva, li rifocillava e si occupava di loro in mille modi. E’ noto il detto popolare messinese: “Chiste è a casa du Padr ‘i Francia, cu arriva si ssetta e mangia”.
Nella sua vita si schierò sempre dalla parte degli ultimi fino a difenderli pubblicamente anche a mezzo stampa. Quando fu emanata la famosa ordinanza del comune di Messina “La Caccia ai poveri” nell’agosto 1899 i si proibiva l’accattonaggio in città. P. Annibale non si diede pace e scrisse sui giornali:
“Il povero è privo di tante e tante cose, ma almeno lasciategli godere il libero sole, la libera aria, il libero orizzonte della natura, oggi che vi è tanta libertà per tutti…”
La protesta a favore dei poveri portò i suoi frutti.
Nelle sue case a mezzogiorno era sempre pronta “la caldaia per i poveri”.
- “Il corriere di Catania” nel marzo del 1900 prende a cuore la cordata di solidarietà a favore del Can. Annibale M. Di Francia da Messina i cui Istituti minacciano la chiusura per mancanza di fondi (Tusino 4MB3 p.51 nota n.4).
- P. Annibale il 7 febbraio 1904 ringrazia il Card. Nava dell'accoglienza fatta alle Figlie del Divino Zelo di Taormina e del permesso loro accordato di poter effettuare la questua nella città di Catania e in diocesi (Apr 4831,72).
- Nel 1916 durante la prima guerra mondiale due rogazionisti richiamati alle armi capitarono in un ristorante di Catania dove il cameriere, a suo dire servì loro un pane speciale, "il pane di P. Francia" che veniva da Messina prodotto da un mulino del Can. Di Francia, un santo uomo. A Catania una sola rivendita ritirava pochi chili che andavano a ruba. Era un pane rinomato e ordinato anche dai medici (Frammenti - Il Padre - p. 193-194).
- Nel 1918 tra le credenziali che fornisce su Fra’ Diodoro sotto le armi a Catania, figura il Card. Nava e i due suoi segretari e il Sac. Longo, rettore della chiesa di Monserrato (Scritti vol. 50,143).
Le opere su Catania
Non è trascurabile il desiderio insistente di P. Annibale di aprire a Catania un’ opera di beneficenza. In città egli godeva larga fama di santità e di carità presso le autorità religiose e il popolo. I suoi numerosi tentativi però non andarono a buon fine e forse, come lui dice, “non era volontà di Dio …”
- Nel 1911 a Messina si esamina il progetto di un orfanotrofio a Catania per 50 orfanelle più l’Esternato (Scritti vol.43,5052).
- Intorno al 1919 si svolgono trattative tra P. Annibale e la Marchesa di S. Giuliano di Catania che offriva la possibilità di aprire un Orfanotrofio Antoniano Maschile nella città etnea (Scritti vol. 33, 30008).
- Nel 1925 infine P. Annibale scrive una circolare alle case con cui comunica che si offre la possibilità di acquistare un terreno “per un prezzo relativamente discreto” a Catania. E’ un locale dell’industria cinematografica con campagna molto grande.. aria stupenda …
Chiede preghiere… e aggiunge: ”Se è volontà di Dio” (Scritti vol.30,181).
1.3. Dimensione ecclesiale
Il carisma che ha reso noto P. Annibale nella Chiesa universale è il “Rogate” cioè quel versetto del Vangelo: “Pregate il padrone della messe perché mandi operai alla sua messe” (Mt 9,39).
Questo “comando di Gesù” fu l’emblema della sua vita, l’energia che lo Spirito Santo ha immesso nella sua teologia vocazionale.
Lo storico Tusino dirà: “Era nato per questo”.
P. Annibale nell’autoelogio scrive:
“Del Rogate non diciamo nulla: vi si dedicò o per zelo o per fissazione o per l’uno e l’altra”.
A sedici anni durante l’esposizione dell’Eucarestia nelle quarantore nella chiesa di S. Giovanni di Malta a Messina senti nel cuore un forte impulso a pregare per i sacerdoti e per le vocazioni. Gli pareva che il santuario fosse deserto … In seguito scoprirà che Gesù l’aveva comandato nel Vangelo:”Pregate il Padrone della messe perché mandi operai nella sua messe” (Mt 9,38).
Egli si adoperò, con ogni mezzo, per far conoscere questo comando di Gesù: ai poveri, al popolo, ai sacerdoti, ai vescovi e cardinali fino ai pontefici che incontrò in vita. Desiderava: “Che questo Comando divenisse universale”.
La preghiera per le Vocazioni ora, grazie a lui, è molto di più di una pia devozione, è divenuta azione pastorale e Giovanni Paolo II ha definito P. Annibale:
“autentico anticipatore della moderna pastorale delle Vocazioni”.
In questa direzione vanno menzionati i suoi interventi scritti ai Congressi di Friburgo (Svizzera) il 1902 e di Saragozza (Spagna) il 1908, al 1° Concilio Plenario di Sicilia 1920, e al Congresso Eucaristico Internazionale di Roma nel 1922 col a pubblicazione di fascicolo “Una grande Parola di N.S. Gesù Cristo”.
Fu presente fisicamente al 16° Congresso Eucaristico Internazionale di Roma nel 1905 in rappresentanza della diocesi di Messina, tenendo una conferenza su “Eucarestia e Sacerdozio” e subito dopo al Congresso Eucaristico Diocesano di Catania nel luglio dello stesso anno, e al 30° Congresso Eucaristico Nazionale di Palermo nel 1924 dove fu accolto con affettuosa devozione e commozione dall’assemblea dei sacerdoti.
L’idea del “Rogate” la concretizza nelle sue opere.
Fonda:
- due congregazione religiose di diritto pontificio: “Le Figlie del Divino Zelo” e “I Rogazionisti del Cuore di Gesù” diffusi nel mondo,
- Due associazioni per promuovere nella Chiesa la preghiera per le Vocazioni: l’Alleanza Sacerdotale (alla quale faceva parte anche Mons. Nava) e la Pia Unione della Rogazione Evangelica per tutti i fedeli.
- Un giornale: “Dio e il Prossimo” con cui divulga dappertutto il messaggio del Rogate unito a quello della carità con il “Pane di S. Antonio” diffuso anche tra benefattori catanesi.
- Nella citata lettera del 7 febbraio 1904 P. Annibale ricorda al Card. Francica Nava che aveva aderito volentieri alla S. Alleanza Sacerdotale e gli partecipa che il Papa Pio X si dichiarava vivamente compiaciuto dei favori spirituali che insigni prelati avevano accordato alla sua Pia Opera (Apr 4831,72).
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