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La Via Eucaristica e il Rogate

I CAPISALDI DELLA SANTITÀ DI S. ANNIBALE

(P. Nicola Bollino r.c.j.)


PARTE II
SULLE TRACCE DELLA SANTITÀ DEL PADRE

3 - LA VIA EUCARISTICA E IL ROGATE
- Imitazione di Gesù Signor mio.
     "Gesù Cristo Signor mio, si fece tutto a tutti, e diede tutto se stesso per me e per tutti nella vita, nella morte, nella resurrezione e nella SS. Eucarestia". (Art. 31).
     Il tema dell'Eucarestia s'inserisce a pieno titolo nell'ascetica di P. Annibale essenzialmente cristologica. Essa si articola intorno ai misteri della vita di Gesù: Nascita e Infanzia; SS.mo Nome; Passione del Signore: La Croce - Il Preziosissimo Sangue - Le cinque piaghe - Il Volto Santo - Il Cuore di Gesù e l'Eucarestia, meglio il Cuore Eucaristico di Gesù.
     La vita di P. Annibale nasce e si sviluppa con l'Eucarestia.
     Due avvenimenti la caratterizzano:
Il primo: l'Intelligenza del Rogate.
     Lo Spirito Santo la donò a P. Annibale ancor giovane, mentre era in preghiera dinanzi a Gesù Sacramentato in una chiesa di Messina. Egli stesso scrive:
     "Quand'ecco una bella idea che chiameremo idea-risorsa, balenò ad un tratto nella mente del sacerdote iniziatore la quale pur essa stessa era la figlia di una grande parola del Vangelo di un'idea ancor più grande, più sublime che lo Spirito, il Quale spira dove vuole, pare abbia spirato Egli stesso, tanti anni prima che si iniziasse la Pia Opera, fin dai primordi di una spirituale giovinezza" (A.R. p. 387).
Il secondo: la Prima Venuta di Gesù Sacramentato fra i poveri e gli orfani del Quartiere Avignone nel 1° luglio 1886.
     All'inizio non c'era in quel luogo una Cappella sacramentale. Sarebbe stato sufficiente ripulire una stanza, celebrare la Messa e riporre le Ostie consacrate nel tabernacolo. Invece no! Il Padre volle preparare suoi poveri, li evangelizzò, suscitando nei piccoli e nei grandi il desiderio di avere stabilmente il Signore Gesù fra loro.
     Questi due avvenimenti fanno da sfondo a questa via di santità che passa attraverso l'Eucarestia ed il Rogate.
     Svilupperemo due punti:
1) L'Eucarestia luogo d'incontro con il Signore
2) Il Cuore Eucaristico di Gesù e il Rogate

3.1 - L'Eucarestia luogo d'incontro col Signore.
     Qui l'imitazione di Gesù diviene condivisione,convivenza.

3.1.1 - Il Padre Annibale uomo di preghiera
     Padre Annibale è stato definito: "Uomo di preghiera".
     Fin dalla giovane età amava rimanere davanti a Gesù Sacramentato in adorazione nelle chiese di Messina dove era esposto il SS. per le 40 ore, specie in quelle tenute da religiosi: Chiesa di Portosalvo, S. Lorenzo, Monastero di Montevergine.

3.1.2 - La preghiera eucaristica
     Nella preghiera eucaristica P. Annibale esprimeva tutta la dimensione della preghiera: adorazione, contemplazione, ringraziamento, lode e domanda.

3.1.3 - L'adorazione
     Nell'adorazione Padre Annibale rivolgeva a Dio le sue facoltà di conoscenza e di ascesi. Operava il distacco da tutto per far convergere verso Dio i sensi, l'immaginazione, la memoria, l'intelligenza.
     Nell'adorazione chiedeva in modo esplicito i doni dello Spirito Santo, manteneva il contatto col Signore servendosi della divina parola, rileggendo con calma le preghiere che scriveva, suscitando nel cuore il dialogo con l'ospite divino col sentimento del cuore più che con l'intelligenza.

3.1.4 - Rendimento di grazia e lode
     Ringraziare il Signore per tutti i suoi benefici era un insegnamento costante. Egli stesso rimaneva in prolungato ringraziamento dinanzi a Gesù Sacramentato non solo dopo la S. Messa, ma anche per i doni e i benefici che riceveva ed esortava i suoi figli a farlo specie in occasione della grande supplica del 31 gennaio al Nome SS. di Gesù.
     "Perché - diceva - è un mezzo per ottenere sempre più nuove grazie e misericordie, e anche perché il grande Donatore di tutti i beni merita il...tributo di gratitudine da parte di ogni creatura..." (A.R.p.217).
     Gesù Sacramentato, diceva, dev'essere "adorato" perché deve essere "ringraziato". L'adorazione eucaristica è rendimento di grazie nell'atteggiamento del povero, dell'umile che sperimenta la ricchezza, la potenza e la grandezza di Dio nel silenzio dell'Eucarestia.
     Nel corso degli anni la riconoscenza e la lode al Signore nella vita di P. Annibale non si spensero mai. E come Mosè innalzò il canto di ringraziamento al Signore perché "cavalli e cavalieri aveva gettato nel mare", come Davide alle prime aure del mattino, imbracciava l'arpa e innalzava il suo canto, così ogni anno cantava il suo "grazie" solenne al Signore con i famosi INNI del 1° luglio. Ogni anno un nuovo canto d'amore!

3.1.5 - Preghiera di richiesta
     "Qualunque cosa chiederete al Padre mio nel mio nome egli ve la concederà" e tenne fede in tutta la sua vita a questa promessa col "voto di fiducia".
     Egli racconta che nel 22° anno di vita dell'opera attraversando un difficile momento scrisse una supplica fervente che come "freccia" doveva toccare le viscere di misericordia del Cuore di Gesù in Sacramento e aperto il tabernacolo la pose in forma di lettera, sotto la pisside. Cominciò l'incremento dell'opera!
     E afferma: "Questo si è scritto perché ne resti perpetua memoria" (cfr. Vol. I p. 98).

3.2 - L'Eucarestia e il rogate.
     P. Annibale si può considerare uno dei grandi spirituali dell'800 e del 900 e uno dei "rari contemplativi itineranti".
     La matrice eucaristica assicura alla sua spiritualità la solidità teologica ispirata dallo Spirito. Gesù Sacramentato si prende cura della sua pianticella...e la PORTA A MATURAZIONE.
     "Venne come divino agricoltore, scrive, per coltivare da se stesso, proprio da se stesso, la sua pianticella, nel cui germe, sepolto nella terra della prova e della mortificazione, era accluso il piccolo seme del suo divino Rogate" (Vol. 1 p. 97).
     Questa citazione mette in relazione l'Eucarestia e il Rogate. L'Eucarestia non è solo oggetto di culto, ma soggetto attivo di partecipazione e di coinvolgimento alla vita della Chiesa ed agli avvenimenti quotidiani.
     Padre Annibale individuò nell'Eucarestia una particolare sintonia col Rogate.
     Gesù per la sua unione ipostatica, nell'Eucarestia, è presente in corpo, sangue, anima e divinità, è vivo e vero, con i suoi sentimenti, col suo "zelo", con la sua ansia per la perdita delle anime, per problemi e le povertà del nostro tempo, per la scarsezza dei Buoni Operai.
     Nell'Eucarestia è presente Gesù del Rogate, anzi è presente il Rogate perché mentre è grido dei poveri, è anche grido del Cuore di Cristo.
     L'incontro con Gesù Sacramentato è l'incontro con la sorgente del carisma:
     "Deve sapersi e ritenersi, ora e in perpetuo, che questa Pia Opera ha avuto per suo verace, effettivo ed immediato fondatore Gesù in Sacramento". (A.R. p. 729).
     Il Cuore di Gesù si trova simboleggiato sul frontone del Tempio della Rogazione Evangelica di Messina su cui, come asserisce P. D. Santoro, il Padre collocò il busto del Cuore di Gesù e ai suoi lati due angeli con la scritta "Venite adoremus", "Venite adoriamo" con chiara allusione all'Eucarestia di cui il Tempio stesso fa memoria.
     Il Padre, come del resto il Beato Eimard, S. Margherita Maria Alaquoque e S. Alfonso M. De' Liguori afferma che la devozione al Cuore di Gesù e all'Eucarestia si identificano. La riparazione delle offese che il Cuore di Gesù riceve si esprime nell'Eucarestia con la pratica dei Primi 9 venerdì di mese.

3.2.1 - Il Cuore Eucaristico di Gesù è come una "fornace"
     Nel discorso del 25° dell'Opera celebrato il 1° luglio 1911 egli parla della morte di Gesù in Croce e del suo Cuore che non cessò di battere:
     "Prima ancora che quel Cuore adorabile cessasse di battere sulla croce, l'amatissimo Gesù aveva già provveduto perché quella fornace di carità rimanesse sempre accesa. Ciò egli fece la sera del giovedì santo quando istituì il più sublime sacramento del suo amore: la SS. Eucarestia e il Sacerdozio che la rinnova e propaga. In questo divinissimo sacramento il Cuore SS. di Gesù è una fornace sempre ardente di eterna carità".
     Il Rogate infatti in ogni Inno eucaristico del 1° luglio acquista via via una diversa dimensione... È come un caleidoscopio che cambia colori e composizione. Si scopre: SALVEZZA, CRESCITA , PROVVIDENZA, DIFESA, GERME, PROGETTO divino da scoprire e realizzare nel 1893 che è MEDICINA.
     Il Padre "sentì" la grandezza e l'importanza del ministero sacerdotale e la necessità di obbedire al divino comando d'impetrare ministri santi e avvertì anche che questa preghiera era nel Cuore di Cristo presente nell'Eucarestia.
     In questa ottica l'Eucarestia nella vita di P. Annibale acquista il significato di fonte, luce, nutrimento, sostegno sia per il cammino di perfezione che per il ministero sacerdotale e carismatico.
     I lunghi colloqui spirituali, le suppliche accorate ed ardite, le preghiere coi più piccoli, le genuflessioni lente, adoranti, le adorazioni notturne e i ricorsi frequenti al Sommo Bene Sacramentato rivelano quanto la presenza di Gesù lo avesse segnato, coinvolto e santificato.
     Se togliamo dalla vita di P. Annibale l'Eucarestia si spegne la luce, manca l'energia vitale.

3.2.2 - L'Intelligenza del Rogate: dono dello Spirito
     Intorno agli anni '20 il Padre ha scritto una preghiera allo spirito Santo per ottenere i Buoni Operai (cfr. vol. 5 pp.71-72).
     In essa richiama la Pentecoste ed invoca per la Chiesa "Nuove Pentecosti" in cui le "lingue di fuoco" sono le "vocazioni santissime" e chiede ancora il dono dell'"Intelligenza del Rogate".
     Il Rogate, come tutte le parole di Gesù, ha effetto e forza se lo Spirito Santo lo illumina, lo svela, lo dona e lo arricchisce.
     Un teologo censore dei suoi scritti dà questo giudizio: "Il Servo di Dio fu così penetrato della necessità per la Chiesa di avere numerosi e degni operai e della efficacia del rimedio evangelico per impetrarli, che, ad attuarlo, mosse, si può dire, terra e cielo. Tale argomento fu la ragione della sua vita, la nota dominante dei suoi scritti, la caratteristica dell'Opera sua".
     Il P. Tusino, storico dell'opera ed anche biografo del Fondatore scrive a tal proposito:
     "Il Rogate fu la luce dei suoi passi, la stella del suo pensiero, il sole della sua vita: era nato per quello; e non si può immaginare il Padre se non in atto di agitare questa luminosa bandiera, con l'ansia spasimante nel cuore di portarla alla conquista del mondo".

3.2.3 - Un monito per noi
     Il male più grave per l'umanità - sostiene il Padre - è il silenzio della Chiesa che è anche silenzio di Dio: la superficialità nel rapporto con Dio porta all'indifferenza verso i suoi doni e le ricchezze spirituali.      Perciò si chiede:
     "perché tacciono le labbra e sono chiuse le bocche? Perché non s'intraprende a scongiurare quel Cuore divino che riempia il mondo di Ministri del suo santuario che è divenuto deserto!".
     In questa linea lascia ai suoi figli un terribile monito per la responsabilità che essi hanno di far conoscere questo dono dello Spirito alla Chiesa:
     "È venuto il tempo che questa parola del Rogate deve essere conosciuta, che questo comando deve essere diffuso, che questa Rogazione diventi universale. Dio ineffabile ha dato a noi questa missione. Ma essa perirà nelle nostre mani, se noi non ci formiamo per la vita religiosa. Che dissi? Perirà? Periremo noi! Essa trionferà! Dio ci strapperà di mano il prezioso talento per darlo ad altri! Dio giusto ci toglierà l'ampia Vigna per darla ad altri "agricoltori che gli diano frutti nel tempo opportuno" (Mt 21,41).


 

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