I CAPISALDI DELLA SANTITÀ DI S. ANNIBALE
(P. Nicola Bollino r.c.j.)
PARTE II
SULLE TRACCE DELLA SANTITÀ DEL PADRE
1 - LA VIA DELLA CARITÀ
La via della carità abbraccia la doppia dimensione tanto cara al P. Annibale: "Dio e il Prossimo".
Si capisce allora come l'imitazione del Signore riguarda "venga il tuo regno" (Lc 11,2).
- P. Annibale rileva:
"...quando, al dire di Giovanni, Gesù rivendicò la Gloria del Padre suo scacciando dal Tempio i profanatori, i suoi discepoli si ricordarono che di lui era stato scritto: "lo zelo della tua Casa mi ha divorato" (dal 2° sermoncino del 1902).
- Gesù palpita per la gloria del Padre.
Nella stesso sermoncino afferma che il "Verbo di Dio si fece uomo, e prese un cuore simile al nostro nell'Immacolato seno di Maria Vergine, che subito cominciò a palpitare di zelo pel conseguimento di due supremi obiettivi: la Gloria dell'Eterno Padre e la salute di tutte le anime" (dal sermoncino del 1902 - A Maria Divina Zelatrice – 1° luglio 1902).
- Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per la gloria del Padre. Da ciò ne consegue che tutti sono chiamati alla santità.
"Infatti Cristo, Figlio di Dio, il quale col Padre e lo Spirito è proclamato "il solo santo" ha amato la Chiesa come sua sposa e ha dato se stesso per essa, al fine di santificarla (cf. Ef 5,25-26) e l'ha unita a sé come suo corpo e l'ha riempita col dono dello Spirito Santo, per la gloria di Dio. Perciò tutti nella Chiesa sia che appartengano alla gerarchia sia che da essa siano diretti, sono chiamati alla santità, secondo il detto dell'apostolo: "La volontà di Dio è questa: che vi santifichiate!" (1Tess 4,3; Ef 1,4) (Lumen gentium n. 39).
1.1 - Ad imitazione di Gesù: La gloria di Dio e P. Annibale.
a) - La carità e lo zelo
La carità genera in se stessa una virtù, che ne è come il fervore e la fiamma, che si innalza fino a Dio, e attinge dall'amore e dalla gloria dell'Infinito i motivi della sua più intensa attività. Questa virtù è lo zelo della gloria di Dio e della salute delle anime. Essa sostituisce all'egoismo del secolo il vero altruismo e fa interessare così vivamente del vero bene altrui e del trionfo della verità, che l'uomo che ne è preso non può più restare inattivo: la sua vita diviene un continuo affaticarsi per Dio, per la verità, pel bene morale di tutti, e un continuo martirio nel vedere tanto male dilagare nella società, e nel non potere abbracciare il mondo tutto nella cerchia limitata delle proprie azioni." (Vol. 45 p.121).
b) - Tutto alla maggior gloria di Dio.
In una preghiera supplica:
"Non guardate i miei demeriti, ma i vostri meriti d'infinito valore... datemi santa virtù e fortezza perché in qualunque caso, o conforme o difforme dalle mie inclinazioni o persuasioni, io me ne stia tranquillo, sereno e pacifico..., non desiderando che voi solo e la vostra maggior gloria" (Vol. 6, pag. 1).
- Il Rogate: compendio e via più breve e certa per la gloria di Dio.
Si domanda:
"Quale sarà l'oggetto sul quale si rivolgerà lo zelo della poverella del S. Cuore di Gesù che fa voto di zelare la divina gloria e la salute delle anime?" Risponde: "Sarà: ottenere con le preghiere e le cooperazioni i buoni Operai alla S. Chiesa. In quest'oggetto trovasi come in compendio tutto ciò che possa esservi di meglio per la maggior gloria di Dio e la salute delle anime. (...) Ed è questa la via più breve e più certa per la quale un'anima, che si sente accesa di zelo per la gloria di Dio e per la salute delle anime, può ottenere l'una e l'altra" (Scritti vol. 3 p. 82).
- Offre la vita per ottenere in Messina un sacerdote santo che dia gloria a Dio:
"Vorrei, o mio Dio, esercitare in mezzo a questo popolo il mio ministero sacerdotale come lo esercitò Paolo Apostolo nelle terre dove lo Spirito Santo lo trasportò...Mandate in Messina un sacerdote puro, casto, illibato, semplice, mansueto, sobrio, giusto, prudente, pieno di Spirito Santo, pieno di viscere di misericordia, di fortezza e di costanza, pieno della scienza dei Santi e di ogni dottrina ecclesiastica e letteraria per adempiere nel modo più degno della vostra gloria il suo sublime ministero...Se per suscitare questo sacerdote secondo il vostro cuore voi volete, o mio Dio, l'offerta della mia vita, ecco, ve l'offro ora stesso..." (L'Anima del Padre pp.451-453).
- Nelle fondazioni missionarie non cercava il prestigio umano, ma la gloria di Dio.
- Nel Regolamento per le Missioni richiama che le fondazioni si debbano fare non per ambizione o vanagloria scegliendo grandi centri dove l'Istituto possa mettersi in vista nel mondo e possa arricchirsi, ma cercando umilmente la gloria del Signore e il bene delle anime alle quali non pensano altre Istituzioni.
- Non guardava in faccia a nessuno.
P. Carmelo Drago ha deposto: "Quando per la maggior gloria di Dio e il bene delle anime riteneva opportuno fare qualche osservazione, aveva il coraggio di farla a chiunque, fossero pure persone costituite in autorità" (Positio p.257 Testimonianze n.319).
1.2 - L'amore verso il prossimo.
1.2.1 - Gesù Cristo e l'amore del prossimo.
"Gesù fu povero, amò la povertà e la praticò, amò i poveri e i bambini e li esaltò".
a) - "Lo spirito del Signore è sopra di me,/ per questo mi ha consacrato con l'unzione,/ e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione,/ e ai ciechi la vista,/ per rimettere in libertà gli oppressi,/ e predicare un anno di grazia del Signore" (Lc 4,18-19).
b) - La compassione di Gesù.
La povertà, tutta la povertà nelle sue varie forme e contenuti è l'oggetto della carità di Gesù nel Vangelo: "vedendo quelle turbe abbandonate, come gregge senza pastore disse: Pregate il Padrone della messe...". Diremmo che il motivo scatenante del Rogate è la povertà ed è anche l'aspetto dinamico: "Andate". Non può esistere Rogate senza la carità e la povertà.
Carità e Rogate sono così connessi tra loro che non possono considerarsi due elementi di diverse realtà, ma due elementi che esprimono la stessa realtà: lo zelo di Gesù. Gesù del Rogate che ha compassione delle turbe che hanno fame e così il suo amore si proietta nei secoli per assicurare alla Chiesa coloro che come lui sono mandati ad annunciare il lieto annunzio ai poveri, la libertà ai prigionieri...
c) - Gesù dice: "Beati voi poveri perché vostro è il Regno di Dio"; "Guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione".
1.2.2 - Ad imitazione di Gesù: amore verso il prossimo e Padre Annibale.
Padre Annibale esercitò la virtù dell'amore ai poveri imitando Gesù e praticando i suoi insegnamenti.
Ne abbiamo un esempio nella lettera al suo amico l'esimio Prof. Tommaso Cannizzaro (1836-1921), insigne poeta, patriota e poliglotta messinese, ma privo del bene della fede, afferma: "Gesù ha detto: 'Amate il prossimo come voi stessi: ed io mi sforzo di amare il prossimo come me stesso; ed è per questo che ho dedicata la mia misera vita al bene del mio prossimo, per quanto meschinamente posso.
Gesù disse: 'Date a chiunque vi domanda, e: 'Ciò che farete al più misero lo fate a me stesso': ed io cerco di non negarmi con nessuno, e nella persona del povero venero la persona di Gesù Cristo. Gesù benedisse i fanciulli, li amò di tenero amore, e disse: 'Non disprezzate nessuno di questi bambini, poiché i loro Angeli contemplano continuamente la faccia di Dio. Ed io per questo amo assai i bambini e mi sforzo di salvarli." (Al Prof.Tommaso Cannizzaro - T.Tusino - Lettere vol. II pp. 61-63 - 6-1-1916).
- Le spinte interiori.
"Si presentava alla sua meditazione - scrive P. Vitale - Gesù povero, che gli diceva di ritenere fatto a sé quanto veniva fatto ai poveri; Gesù Crocifisso che grida di aver sete; Gesù che pena per mancanza di operai... Il neo sacerdote si presenta all'arcivescovo Guarino, e facendogli la descrizione del Quartiere Avignone, gli manifesta l'idea di volersi dedicare alla evangelizzazione di quei poveri. L'Arcivescovo Guarino... gli dice: - Lei ci vada, ci vada pure e salvi quei poveretti!" (Vitale, p.69-70.).
1.2.3 - L' insegnamento del Padre
L'insegnamento di P. Annibale è divenuto eredità per i suoi figli e le sue figlie. Esso a mo' di testamento spirituale si trova in alcuni scritti. Ne rileggiamo qualcuno.
a) - Le 40 Dichiarazioni
- Nel 5^ articolo promette per i poveri:
- Amore e rispetto.
"...considerandoli come membra sofferenti del Corpo Mistico di Gesù Signor Nostro e tenendo presente sempre quanto Gesù Cristo S. N. esaltò i poveri, dichiarando come fatto a se stesso quello che si farà a loro".
- Stima e compatimento.
"Farò consistere quest'amore nel compatirli quando anche siano molesti, nel soccorrerli e farli soccorrere, nel servirli occorrendo, nell'aiutarli e nell'avvicinarli a Dio".
- Mezzo di santificazione
"La più perfetta osservanza del precetto di amare il prossimo come noi stessi è il mezzo più efficace di mia santificazione" (XL Dichiarazioni Art. V).
b) - Le Costituzioni del 1926
- La doppia carità.
Questo testo è di fondamentale importanza per l'insegnamento del P. Annibale sulla doppia carità verso i poveri. Esso viene ancora riportato in Appendice alle attuali Costituzioni dei Rogazionisti. Tutto lo schema parte sempre dalla Parola di Dio e dalla "Imitazione di Gesù Signor mio" per suggerire gli atteggiamenti di carità materiale e spirituale.
- Spirito di fede.
"Se date uno riceverete cento".
Questo principio evangelico è stato definito anche la "matematica di P. Annibale".
- Soccorso dei poveri
"Date a chiunque vi domanda"
"... La Pia Istituzione dei Rogazionisti sarà larga, secondo possibilità, verso dei poveri, degli afflitti, dei derelitti".
- La caldaia, vestiti e biancheria pei poveri con gioia
"Dio ama chi dona con gioia".
Raccomanda che non manchi mai la caldaia dei poveri in ogni Casa dell'Istituto, e ciò senza preoccupazioni...
- L'ospitalità
Teniamo presente la parola di S. Paolo: "Per l'ospitalità Abramo meritò di alloggiare gli Angeli".
"Una forma di carità che immensamente ci deve stare a cuore è l'ospitalità. Questa si deve adempire con le più elette cortesie e sacre premure della carità. Si accolgano gli ospiti intieramente gratuiti se poveri, e si procuri, pei giorni che vengono alloggiati, di non fare loro nulla mancare".
- Le elemosine
Per spingere all'esercizio dell'elemosina di ogni specie e di carità verso il prossimo ricordava le parole di Isaia: "Spezza all'affamato il tuo pane... se vedi un ignudo rivestilo e non disprezzare la tua propria carne... allora... nascerà nelle tenebre a te la luce" (Is 58,7ss).
- Sacerdoti poveri e comunità in necessità
Ricorda le parole di Malachia di portare la decima perché quelli della casa del Signore abbiano da mangiare e pioveranno le benedizioni dal cielo (cfr. Mal 3,10-12ss).
- L'evangelizzazione dei poveri
Ricorda che la carità temporale deve essere accompagnata con quella spirituale. I poveri abbandonati hanno bisogno di essere evangelizzati.
"Se ne trovano a volte che da anni ed anni, per trascuranza, non si avvicinano ai sacramenti, che non sanno i rudimenti della Dottrina Cristiana. Bisogna radunarli almeno la Domenica e le Feste e, prima di dar loro il soccorso corporale, istruirli nel Catechismo, insegnare la recita del Credo, del Pater, dell'Ave, farli pregare alquanto, e poi nelle festività confessarli e farli avvicinare alla Santa Comunione".
1.2.4 - Il suo esempio
Nella vita di P. Annibale la povertà fu motivo dominante in tutte le sue espressioni tanto che fu definito "Padre degli orfani e dei poveri".
I poveri furono al centro della sua attenzione.
- Il primo incontro coi poveri l'ebbe nel Collegio S. Nicolò.
- Lavò e baciò un povero lurido: ebbe la visione di Gesù.
"Credo che la migliore risposta alla domanda se l'amore verso il prossimo fosse in funzione dell'amore verso Dio, sia questo fatto che mi confidò allora un fratello laico, cieco (fra Mariano), ora morto, che godeva le tenerezze del Servo di Dio, a cui in un momento di abbandono aveva rivelato dopo o prima del Sacerdozio, accolse in casa un povero lurido; lo lavò, lo rifocillò, lo mise a letto, lo baciò ai piedi e subito ebbe la visione di Gesù Crocifisso in quel povero (Vitale 707-9).
- A braccetto del più ributtante povero
Il sig. Rosario Marchese ricorda che "mi trovavo ad Oria - 1910 - comparve a braccetto del più ributtante povero di Oria, per i parassiti e per sporcizie, che giungevano a chiudergli anche le palpebre, e mi disse: "Costui è superiore ad un re e ad un imperatore, perché rappresenta la figura di Cristo. Insieme con un altro lo lavai in una caldaia d'acqua molto calda. Il Servo di Dio mi diede dei suoi effetti personali nuovissimi per vestirlo" (Testimonianza n.115 - Positio).
- Se fosse venuto Gesù tuo sposo
"Bussò alla porta un giorno un vecchio povero - ricorda Sr. Gabriella Ruvolo - orribile a vedersi in faccia e nelle vesti; disse che il P. Francia l'aveva invitato a mezzogiorno; gliel'annunziai... Il Servo di Dio si accorse che io a malincuore avevo servito, ed allora mi rimproverò dolcemente, ma seriamente; "Se fosse venuto Gesù tuo sposo, in abito pulito ed elegante, avresti fatto festa; è venuto invece sotto forma di un povero, e di quale povero, ed hai fatto le smorfie. Quando lo capirete che i poveri sono Gesù stesso?" (Testimonianza n.216 - Positio).
- Testimonianze sulla sua carità
- Un giudizio subito dopo la sua morte
"Noi non sappiamo che cosa richiedono i canoni della Chiesa, per accogliere quella che è 'vox populi, vox Deì. Per noi, per tutti: Padre Annibale Di Francia era un santo mandato dalla Provvidenza che faceva miracoli di redenzione, viveva da povero e morì da santo: povero per aver dato le sue ricchezze alla comunità, santo per aver perdonato e beneficato, senza che alcuno lo sapesse" (Articolo de Il Moschetto 6.6.1927).
- Lui era il primo povero
Ha scritto P. Vitale nella Biografia del Beato: "Egli era il primo povero del quartiere Avignone; si può dire che invidiasse la sorte di coloro che vestiva e nutriva; e per questo non di rado si sedeva a mangiare con loro per godere un istante della somiglianza coi suoi fratelli adottivi" (Vitale p. 628).
Il Padre aveva capito che il povero è accetto a Dio e che Dio si schiera sempre dalla sua parte.
Povertà e poveri costituiscono un asse portante della sua santità, un modo assai solido col quale dalla terra si legava al cielo.
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