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I Capisaldi della Santità 1

I CAPISALDI DELLA SANTITÀ DI S. ANNIBALE

(P. Nicola Bollino r.c.j.)


INTRODUZIONE

Si prevedono 2 parti.
Nella prima esporremo brevemente come la Chiesa ufficiale e il popolo di Dio hanno colto la santità della vita di P. Annibale M. Di Francia.
Nella seconda parte percorreremo l'itinerario da lui percorso alla ricerca della gloria di Dio e del bene delle anime.


PARTE I
IL GIUDIZIO SULLA SANTITÀ DI SANT'ANNIBALE

1 - La Chiesa Ufficiale
     Nella "Relatio et vota super virtutibus" pubblicata nel giugno 1989 i nove relatori danno della eroicità delle virtù del Padre un loro giudizio. Esso si basa su quanto la "Positio" aveva pubblicato esponendo lo schema previsto per la causa dei santi: le tre virtù teologali: fede, speranza e carità e le quattro cardinali: prudenza,giustizia, fortezza e temperanza.
     Tutti i relatori sono unanimi nel giudicare eroiche le sue virtù.
Alcuni hanno aggiunto dei profili rapidi.
a) - Il terzo voto lo descrive così: urgenza della carità, profondità mistica e amore per il sacerdozio
b) - Il sesto voto lo caratterizza per la profonda dedizione ecclesiale, amore al mistero della vocazione e del sacerdozio e fedeltà al magistero
     Inoltre:
- dedizione circa la scelta di campo, lo stile e la tenerezza della carità
- umiltà
- confidenza in Dio
- fortezza
- uomo di profonda preghiera

c) - Il nono voto descrive le virtù eroiche di P. Annibale con:
- l'adesione al Rogate
- l'amore al sacerdozio cattolico
- la carità sconfinata
- i consigli evangelici della povertà, castità e obbedienza

2 - La sua santità vista da laici nostri contemporanei
     Da molti anni alcuni studiosi vanno definendo P. Annibale come l'interprete più qualificato della "via meridionale alla santità".
     Gli echi di questa teoria si possono cogliere nei due convegni di studi su Annibale Di Francia di Oria nel 1983, in occasione del centenario delle Opere e di Messina nel 1990 su "Annibale Di Francia - La Chiesa e la povertà".
     Essi sostengono che la santità non è solo un fenomeno religioso, ma sociale perché incide profondamente su un popolo e su un territorio.
     La carità e la pietà popolare furono le armi con le quali Annibale Di Francia capeggiò la rivoluzione pacifica dei poveri delle popolazioni del sud d'Italia.
a) - Il prof. Angelo Sindoni dell'Università di Messina nell'intervento "Annibale Di Francia e la Sicilia del suo tempo: problemi sociali e modelli di santità" sostiene che il Di Francia si è rifatto a "modelli contemporanei" di tipo "sociale" come Giovanni Bosco, il Cottolengo, Vincenzo dè Paoli, Ludovico da Casoria, Bartolo Longo per la vicinanza pedagogica e le opere di carità. Il parallelismo poi con quest'ultimo motiva l'affinità meridionale dal fatto che Bartolo Longo terminò la sua vita costruendo il Tempio dedicato alla Madonna di Pompei, e P. Annibale quello alla Rogazione Evangelica; il primo promosse la pietà popolare, la supplica alla Madonna di Pompei, i "quindici sabati del Rosario", il secondo scrisse Inni religiosi, poesie e canzoncine facili ancora cantate a Messina.
b) - Il Prof. Pietro Borzomati, dell'Università la Sapienza di Roma, traccia sull'Osservatore Romano del 1 ottobre 1990 un itinerario della santità meridionale del Di Francia. Scrive di lui che fu "Protagonista del mezzogiorno e santo "attivo" promuovendo iniziative che coinvolgevano anche gli analfabeti nella riflessione che conduce alla perfezione, compì un'opera di attenta mediazione tra le molteplici forme di religiosità popolare e le prescrizioni della Chiesa sulla pietà del popolo..."
     Poi coglie alcuni aspetti importanti dell'itinerario di santità:
- abbandono totale a Dio e alla guida della Grazia
- tensione continua alla conversione
- desiderio di diventare santo: era la sua prospettiva per cui chiedeva al Signore l'umiltà, l'obbedienza e il santo distacco da ogni cosa terrena
- essere tutto del Signore
- unione costante con la volontà di Dio
- autentico maestro di interiorità e di preghiera.
c) - Angelo Scelzo, vice direttore dell'Osservatore Romano, autore del volume "Una vita copiata dal Vangelo", il 18 dicembre 1990, all'indomani del convegno di Messina, titolava un articolo sul suo giornale: "Protagonista di una storia della santità che diventa storia della Chiesa".
d) - Gualberto Giachi S.J. sulla Civiltà Cattolica del 2 marzo 1991 scrive un magistrale articolo sul Di Francia precursore della moderna pastorale vocazionale e dice a proposito della santità che, nel Di Francia, vi è come una duplice vocazione: essere prete santo ed essere prete santo che suscita altre vocazioni sacerdotali col Rogate (p.486).
e) - Il giornalista Angelo Montonati già caporedattore di "Jesus", presenta l'apostolo messinese nella serie "Padre Annibale oggi" al n. 23 "Dalla parte degli ultimi". Egli sostiene che P. Annibale santo esprime la sua originalità nel campo religioso iniziando l'evangelizzazione in Avignone e rileva che Gesù stesso nel suo tempo ebbe compassione della folla abbandonata e stanca e disse: "Pregate il Padrone della messe..", Rogate, suggerendo la soluzione a tutti i problemi.
     Dal Rogate infatti deriva  il suo "meridionalismo". Egli, "buon operaio" fu "un interprete genuino della cultura e dell'animo del Sud nonché un riformatore della religiosità popolare delle sue terre...".
     Il Periodico "Dio e il prossimo" ne diffuse il messaggio di ricupero dei valori religiosi delle popolazioni meridionali con una spiritualità cristocentrica e mariana e con l'intercessione dei santi per i bisogni dei poveri.


 

 

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