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Spirito Santo e Carisma 3

LO SPIRITO SANTO E IL CARISMA DI PADRE ANNIBALE

(Nicola Bollino r.c.j.)


TERZA PARTE
IL DONO DELLA PREGHIERA PER I BUONI OPERAI

 

3.1. Il dono per la Chiesa
     Per la nostra riflessione ho scelto invece il testo di una preghiera scritta dal Padre allo Spirito Santo in cui si chiede una "Grazia eccellentissima": "il gran dono dell'intelligenza spirituale della divina preghiera per ottenere i Buoni Operai alla S. Chiesa".
     L'ho trovata interessante ed illuminata.
     La data di questa bellissima ed ispirata preghiera è da collocarsi intorno al 1920.
     È suddivisa in 7 parti: Iniziale Invocazione allo Spirito; Ricordo della Pentecoste, Richiesta di una Nuova Pentecoste; Silenzio della Chiesa, II^ Invocazione, Spirito di preghiera, Rendimento di grazie e richiesta.
     È una preghiera singolare perché rivela del Padre una competenza "carismatica" sull'azione dello Spirito sulla Chiesa e nelle anime. Non chiede qui, come fa di solito, i buoni operai, quanto che il comando di Gesù "Rogate" sia ispirato nella Chiesa e "nel cuore dei fedeli" come dono dello Spirito.

3.2. Lo Spirito Santo
 
 
 
 
 Nella struttura di questa petizione lo Spirito Santo e' invocato con fede profonda e teologica: "Spirito di eterno amore", "procedente dal Padre e dal Figlio", "Spirito Divino", "che scendi dal cielo", "chiamato dal seno del Padre e del Figlio".
     Quello Spirito Santo che in ordine alle vocazioni ha "formato" nella storia della Chiesa i primi santi operai della nascente messe è quello stesso che fa piovere dall'alto i giusti, che geme dentro di noi e fa gemere con "gemiti inenarrabili", che crea e rinnova tutte le cose, che apre le orecchie di tutte le anime, che ricolma (la Chiesa) di ogni bene, per cui suscita i santi in ogni tempo e in ogni luogo, e distribuisce i doni divini.
     Oggi quello Spirito Santo opera (nella Chiesa) nuove pentecosti, (suscita nuovi santi e zelantissimi operai su tutta la terra, invia potenti e trionfanti vocazioni) e fa risuonare il comando divino Rogate, fa dono dell'intelligenza spirituale di questa divina preghiera. Del resto dallo Spirito Santo viene ogni santa ispirazione ed ogni efficace impulso al bene e alla verità. La sua azione è forte e soave e si manifesta come fuoco ardente, fiamma viva di verace zelo, tuono potente e onnipotente e in forma di vivissime lingue di fuoco suscita le vocazioni.

3.3. "Lo Spirito di preghiera comandata da Gesù"
     È necessario qui sottolineare che il dono che chiede P. Annibale cioè "l'intelligenza del Rogate" corrisponde al suo stesso carisma quello che poi diviene "carisma ecclesiale" e quindi "carisma di fondazione" di cui lo Spirito ha arricchito la Chiesa.
     Questa richiesta in lui si fa pressante per due ragioni:
Testimonianza
- La comunicazione, la diffusione, la testimonianza e la evangelizzazione di questa parola del Signore all'interno della Chiesa e in tutto il mondo.
Importanza
- Perché la posta in gioco è altissima: la messe delle anime e gl'interessi urgenti: l'avvento del Regno di Dio. Per cui pregava: "il demonio divora la preda, i bimbi domandano il pane della vita e non vi è chi loro lo spezzi".
     Lo specifico di questa richiesta è la domanda allo Spirito Santo del dono della preghiera comandata da Gesù: insomma "pregare il Padrone della messe" è un dono dello Spirito, "karis", grazia. "Noi neppure sappiamo cosa chiedere se lo Spirito non ce lo suggerisce" ripete il Padre con S. Paolo.
     Entriamo ancor più nel particolare: egli descrive la natura di questo dono: "grazia eccellentissima" e "grande", "intelligenza spirituale", "potente preghiera...insistentemente comandata e raccomandata", "fecondissimo spirito di preghiera", ripetuto comando del Divino Zelo del Cuore di Gesù, e più esattamente a mo' di definizione: "Spirito della divina preghiera comandata dal N.S.G.C. per ottenere i buoni operai alla santa Chiesa".
     Spirito può significare maniera con la quale si fa una cosa.
     Se a "Spirito" aggiungiamo "di preghiera" indichiamo una preghiera ispirata, cioè sotto l'azione dello Spirito di Dio.
     Se diciamo "Spirito Rogazionista" non intendiamo uno stile di preghiera, ma lo Spirito di Dio presente nel carisma del Rogate fonte e radice poi della spiritualità rogazionista.
               È una preghiera che ha l'unzione dello Spirito.

3.4. Le caratteristiche di questa preghiera
     fiduciosa ed implorante, accompagnata da digiuni e da retta intenzione (dimensione personale) ma anche unanime e fervorosa con gemiti e i sospiri dei popoli, scongiurando il Cuore Divino di Gesù, con incessanti azioni di grazia e con speranza ferma (dimensione comunitaria).

3.5. Le sue finalità
     perché si preghi, perché il mondo si riempia di santi, di eletti tra gli eletti, di ministri del santuario, per strappare dalle più intime anelanti viscere dell'infinita misericordia del Cuore di Gesù questa grazia (eccellentissima), per divenire veri apostoli santissimi e ferventissimi, per far risuonare in tutte le anime amanti quel "divino ripetuto comando", perché la trascuratezza di questa preghiera sia rimossa, perché l'unanime Rogazione consegua i pienissimi effetti ad M.C.C.J., per strappare dalla misericordia del Cuore di Gesù questa grazia eccellentissima.

3.6. Impegno in questa preghiera
     Per primi furono gli Apostoli e la Vergine Madre e ora tutti i religiosi, i sacerdoti, i monasteri delle .
     In maniera particolare chiede il dono dell'intelligenza spirituale della divina preghiera per i membri della gerarchia, per le anime desiderose della gloria di Dio e della salute delle anime.
     Egli in questa preghiera oltre a riporre fiducia nell'intervento della SS. Trinità, dei Cuori SS. di Gesù e di Maria si appoggia anche sui beni spirituali di cui è ricolma la Chiesa, per tutti i santi/e suscitati in ogni tempo e in ogni luogo. Anche per questa ragione nominò una schiera d'intercessori che chiamò "Celesti Rogazionisti e celesti Figlie del Divino Zelo". Erano santi e sante che costituiscono la Rogazione Evangelica Celeste.

3.7. Se non si prega
     (La più grande disgrazia: una nazione senza sacerdoti!)
     Il male più grave per l'umanità è il silenzio della Chiesa che anche silenzio di Dio:
               "perché tacciono le labbra e sono chiuse le bocche? perché non s'intraprende a scongiurare quel Cuore divino che riempia il mondo di Ministri del suo Santuario che è divenuto deserto!".
     In questa linea lascia ai suoi figli un terribile monito!
               Periremo noi!
     Ai suoi figli:
               "È venuto il tempo che questa parola del Rogate deve essere conosciuta, che questo comando deve essere diffuso, che questa Rogazione diventi universale. Dio ineffabile ha dato a noi questa missione. Ma essa (la preghiera) perirà nelle nostre mani, se noi non ci formiamo per la vita religiosa. Che dissi? Perirà? Periremo noi! Essa trionferà! Dio ci strapperà di mano il prezioso talento per darlo ad altri! Dio giusto ci toglierà l'ampia Vigna per darla ad altri: "e la darà ad altri agricoltori che gli diano frutti nel tempo opportuno" (Mt 21,41).

3.8. Considerazione
     Sono questi accenti del cuore e della fede "eroica" che fanno la differenza tra noi e i santi.
     Noi misuriamo le parole, i gesti, ci esprimiamo con correttezza ed equilibrio per non essere giudicati dal mondo... I santi invece osano, ardiscono, hanno altri metri di valutazione. I loro pensieri sono rivolti a Dio, agli interessi del suo Regno, alle anime. Il loro motto:
"Non preoccuparsi di dispiacere agli uomini quando si tratta di piacere a Dio", sopravanza il nostro perbenismo.
     Agli occhi della fede di P. Annibale, come agli occhi di Gesù, si presentavano tutte le povertà, le miserie degli uomini, le loro solitudini, i loro traviamenti generazionali, le schizofrenie della mente e delle culture e sentiva nel suo cuore l'ansia anzi lo zelo, quello stesso che egli descrisse di Cristo: "l'esplosione di amore per la perdita delle anime", quando ebbe compassione dei campi di grano non raccolti, dei pesci non pescati per le reti da riassettare e i pescatori da cercare, delle malattie del corpo e dell'anima, dei posseduti dal demonio e della folla affamata e stanca come gregge senza pastore.
     Chiediamo per noi questo dono per raccogliere questa sacra eredità, viverla e tramandarla ai nostri figli.
     Lo Spirito di Dio oltre ad essere l'anima della Chiesa è anche l'anima della nostra anima.
 

Conclusione
     Alla visione della spiritualità del Padre restiamo certamente senza respiro sia per le meraviglie che ha operato in lui lo Spirito, sia per la sua docilità nell'accogliere il suo dono.
     A me piace consegnarvi in questa occasione un'immagine: la galassia! La navicella spaziale della nostra conoscenza si è messa in moto ed esplora in questa immensa luce varchi di conoscenza, punti su cui planare,
codici da interpretare, atmosfere da respirare, movimenti dello Spirito da cogliere...
     Ci ritroviamo col cuore colmo di gioia e anche di gratitudine.
     Concludo con una esortazione del Siracide:
               "Vi infonda Dio sapienza nel cuore... perché non scompaiano le virtù dei padri e la loro gloria nelle varie generazioni". (Sir. 45,26)
     Lode e gloria a Gesù e Maria.


 

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