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Traccia Aprile 2014

Traccia di Aprile 2014

“La famiglia a servizio dell'uomo”.

DPF 156-159

1. (156) La famiglia cristiana nello Spirito e con la Chiesa

   La partecipazione della famiglia alla vita e alla missione della Chiesa non è completa se non fiorisce e fruttifica nella carità. Secondo il dinamismo tipico di ogni esistenza cristiana animata dalla legge personale dello Spirito santo, in continuità con il battesimo e in virtù del sacramento del matrimonio, anche la coppia e la famiglia cristiane trovano nello Spirito di Gesù la loro guida e la loro norma. L'amore purificato e salvato dei coniugi cristiani, infatti, è frutto dello Spirito che agisce nel cuore dei credenti e lo stesso amore appare come il comandamento fondamentale rivolto alla loro libertà personale. Di conseguenza, la famiglia cristiana viene «animata e guidata con la legge nuova dello Spirito ed in intima comunione con la Chiesa, popolo regale, è chiamata a vivere il suo "servizio" d'amore a Dio e ai fratelli».

2. (157) Famiglia, annuncio e testimonianza della carità

   Poiché l'alleanza coniugale nasce dall'amore di Dio per l'umanità e di Gesù Cristo per la Chiesa e ne è ripresentazione sacramentale, come tali, il matrimonio e la famiglia sono annuncio della carità di Dio. Da questa stessa carità si lasciano plasmare e guidare, così da realizzarla e testimoniarla nella vita di ogni giorno attraverso un'esistenza condotta secondo la logica e le esigenze del comandamento nuovo dell'amore, in uno stile di sobrietà, giustizia e povertà. In forza di tutto questo, la famiglia cristiana «è il primo luogo in cui l'annuncio del vangelo della carità può essere da tutti vissuto e verificato in maniera semplice e spontanea» nel rapporto tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra giovani e anziani.

3. (158) Gli impegni della famiglia cristiana

   Come già negli altri ambiti della partecipazione della famiglia alla vita e alla missione della Chiesa, anche nella condivisione della potestà regale di Cristo comunicata alla sua Chiesa, la modalità e i contenuti del servizio all'uomo da parte della famiglia sono innanzitutto quelli propri e originali dell'esperienza coniugale e familiare, quali: il rapporto di reciproca carità tra l'uomo e la donna, la fedeltà coniugale, la paternità e maternità responsabili e generose, l'educazione delle nuove generazioni, l'accoglienza degli anziani, l'impegno di aiuto verso altre famiglie in difficoltà.

4. (159) La famiglia palestra di amore

   Per essere, quindi, segno e strumento dell'amore di Dio e realizzare un autentico servizio all'uomo, ogni famiglia si impegni quotidianamente a vivere l'amore al suo interno, così da promuovere una vera comunità di persone tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle, tra parenti e familiari. I genitori vivano con generosità e responsabilità il loro servizio alla vita, sia trasmettendo la vita e riconoscendo nei «figli il preziosissimo dono del matrimonio», sia assumendosi e vivendo fino in fondo il loro compito educativo. Le coppie e le famiglie cristiane si educhino a vivere forme quotidiane di solidarietà e vicinanza verso altre famiglie in difficoltà materiale o spirituale. Illuminate dalla carità, «in ciascuno, soprattutto nel povero, debole, sofferente e ingiustamente trattato», sappiano «scoprire il volto di Cristo e un fratello da amare e da servire»; lasciandosi guidare dal realismo tenace della carità, si aprano anche a forme più dirette e precise di impegno sociale e politico. I coniugi siano premurosi nell'ospitalità (cf Rom 12,13), riconoscendo in essa una forma eminente della loro missione ecclesiale: aprano, perciò, le porte della propria casa e, ancor più, del proprio cuore alle necessità dei fratelli e attuino forme concrete di accoglienza ai minori, alle persone in difficoltà e ad altre famiglie, fino a trovare il modo di assicurare ad ogni famiglia la sua casa, come ambiente naturale che la conserva e la fa crescere.

 

  RIFERIMENTO BIBLICO  
Mt 25,31-46.
31Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. 32Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, 33e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. 34Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, 35perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, 36nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi". 37Allora i giusti gli risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? 38Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? 39Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?". 40E il re risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me". 41Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, 42perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, 43ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato". 44Anch'essi allora risponderanno: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?". 45Allora egli risponderà loro: "In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l'avete fatto a me". 46E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna".

  LA PAROLA DEL PADRE  
Tra gli scritti di P. Annibale non ancora sacerdote, del marzo 1876, troviamo questa preghiera rivolta al patriarca S. Giuseppe da tutta la sua famiglia. I firmatari sono i Di Francia. Apre la mamma Anna Toscano, il fratello maggiore Giovanni, la sorella Maria Caterina, il fratello Francesco e la sorella Teresina Spadaro nata dalle seconde nozze oltre ad Annibale Maria.
Il tono della preghiera ci fa comprendere come tutta la famiglia Di Francia fosse unita nei sentimenti religiosi e nella devozione verso il padre putativo di Gesù. La famiglia Di Francia aveva in casa un mezzobusto di S. Giuseppe che in seguito finirà nella cappella del Quartiere Avignone fatto segno di grande devozione.

"Dedica della famiglia al Glorioso S. Giuseppe"

   Noi qui sottoscritti, umilmente genuflessi ai vostri piedi, o Glorioso S. Giuseppe, fiduciosi nella vostra immensa bontà, a Voi dedichiamo tutti noi stessi, ed ogni nostro avere, rinnovandovi in questa Dedica tutte quante le precedenti.

   Voi, o eccelso dispensatore di tutte le grazie, otteneteci il perdono dei nostri peccati, l'amore di Gesù e Maria, la pace del cuore, l'uniformità perfetta ai divini voleri, e il pane quotidiano, Voi liberateci dai pericoli, illuminateci nei dubbi, consolateci nelle afflizioni, ed alla fine dei nostri giorni otteneteci di santamente morire per rivivere nella gloria sempiterna del Paradiso.

   Deh, Santo e Glorioso Patriarca! per amor di Gesù Bambino e di Maria Immacolata esauditeci accettateci per vostri umilissimi servi e devoti e teneteci sempre lontani dal maledetto peccato, impetrateci i divini carismi mentre con fede ed umiltà ci sottoscriviamo.

   Vostri indegni servi e devoti, pel tempo e per l' eternità:

Messina 19 Marzo 1876

Anna Toscano
Giovanni Di Francia
Annibale Maria Di Francia
Caterina M. Di Francia
Francesco A. Di Francia
Teresina Spadaro Toscano

(Scritti, vol IV p.30)

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