Traccia Maggio 2014

Traccia di Maggio 2014

“La missione evangelizzatrice della famiglia”.

DPF 143-146

1. (143) Educazione cristiana dei figli

   La famiglia cristiana vive in modo privilegiato e originale il suo compito di evangelizzazione al suo interno, in particolare nel rapporto genitori-figli. I coniugi cristiani, infatti, «sono cooperatori della grazia e testimoni della fede reciprocamente e nei confronti dei figli e di tutti gli altri familiari. Sono essi i primi araldi della fede ed educatori dei loro figli; li formano alla vita cristiana e apostolica con la parola e con l'esempio, li aiutano con prudenza nella scelta della loro vocazione e favoriscono, con ogni diligenza, la sacra vocazione eventualmente in essi scoperta». Tale ministero di evangelizzazione dei genitori cristiani non è altro che logica conseguenza e naturale dimensione della nativa esigenza educativa iscritta nel loro essere genitori. L'originario rapporto educativo che, in virtù della generazione, li lega ai figli esige, infatti, che i genitori rispettino e promuovano pienamente l'identità personale, sociale ed ecclesiale dei figli. In tale prospettiva la loro opera educativa ha come scopo irrinunciabile anche la formazione di ogni figlio quale membro vivo e vitale della Chiesa di Cristo. Lo stesso ministero di evangelizzazione, inoltre, proprio perché vissuto dalla famiglia e nella famiglia, nel rispetto e nella valorizzazione della sua originalità specifica, «assume le connotazioni tipiche della vita familiare, intessuta come dovrebbe essere d'amore, di semplicità, di concretezza e di testimonianza quotidiana».

3. (144) Parola di Dio e Testimonianza

   In ogni famiglia cristiana, con la parola e con la testimonianza, i genitori svolgano il loro servizio educativo e mettano in atto i loro carismi così da aiutare i figli a vivere nella fede, nelle varie tappe della loro crescita. Siano per loro i primi maestri della fede, perché fin dalla più tenera età imparino a «percepire il senso di Dio e a venerarlo e ad amare il prossimo secondo la fede che hanno ricevuto nel battesimo». Li accompagnino nel cammino di preparazione ai sacramenti dell'iniziazione cristiana, sia riprendendo e riproponendo nel contesto familiare i contenuti della catechesi vissuta in parrocchia, sia partecipando cordialmente agli incontri e alle iniziative che dalla parrocchia stessa vengono proposti e promossi appositamente per i genitori. Siano presenti con generosa e discreta disponibilità nei diversi luoghi educativi ecclesiali e vi attuino autentiche forme di corresponsabilità, evitando di delegare totalmente ad altri (sacerdoti, religiosi e laici) il loro diritto-dovere anche di educatori nella fede. Si adoperino perché la catechesi familiare sia in grado di precedere, accompagnare e arricchire ogni altra forma di catechesi. A tale scopo è indispensabile che in famiglia ci sia una vera e propria comunicazione nella fede, attuata non solo nel dialogo esplicito sui temi della fede, ma anche e soprattutto vivendo secondo il Vangelo sia le scelte più semplici di ogni giornata, sia quelle legate ad alcuni particolari avvenimenti della stessa vita familiare. Condividano l'importanza e ritrovino la semplicità di alcuni segni visibili da mettere in risalto nella casa (dal crocifisso a un quadro religioso, dal libro della sacra Scrittura al segno che ricorda il battesimo...) e di alcuni gesti concreti da vivere con gioiosa e intelligente fedeltà (dal segno di croce, alla preghiera prima e dopo i pasti, ad alcune espressioni di attenzione, di carità, di aiuto e di festa che le varie tradizioni locali e familiari sanno indicare e suggerire...). Formino «i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito secondo la vocazione ricevuta da Dio». Consapevoli della fondamentale responsabilità della famiglia in proposito, attraverso l'ascolto della parola di Dio, la vita di preghiera, l'esercizio della carità, una condotta vigile e sobria, una generosa partecipazione alla vita ecclesiale, i genitori creino le premesse per scelte vocazionali mature e responsabili. Non ostacolino, ma
rispettino, condividano e accompagnino con trepida e fiduciosa gioia il cammino di quei figli che intendessero verificare e seguire una vocazione al sacerdozio, alla consacrazione religiosa o secolare, o alla vita missionaria

4. (145) Universalità e missionarietà

   Poiché l'universalità e la missionarietà costituiscono l'orizzonte e il dinamismo propri di ogni evangelizzazione, «anche la fede e la missione evangelizzatrice della famiglia cristiana posseggono questo respiro missionario cattolico. Il sacramento del matrimonio, che riprende e ripropone il compito, radicato nel battesimo e nella cresima, di difendere e diffondere la fede, costituisce i coniugi e i genitori cristiani testimoni di Cristo "fino agli estremi confini della terra", veri e propri "missionari" dell'amore e della vita».

5. (146) La missionarietà

   Diversi sono gli ambiti in cui può essere vissuto questo intrinseco dinamismo missionario: all'interno stesso della propria famiglia, in particolare quando qualche suo membro non ha la fede o non vive in coerenza con essa; verso altre famiglie in formazione o già formate, siano coerenti o no con la fede e con il sacramento del matrimonio; mediante qualche forma di impegno diretto in luoghi di missione. In particolare, le famiglie cristiane sappiano riconoscere che il campo più immediato e connaturale nel quale si compie la loro opera evangelizzatrice sono le altre coppie e famiglie. Di conseguenza, secondo le loro possibilità e capacità, si rendano disponibili per la preparazione dei fidanzati al matrimonio, l'animazione dei gruppi familiari, la catechesi familiare e parrocchiale soprattutto degli adulti, la vicinanza alle coppie e alle famiglie in difficoltà. Le stesse famiglie cristiane si lascino interrogare seriamente sulla possibilità di qualche forma più diretta di presenza, almeno per un certo periodo di tempo, nelle terre di missione ad annunciare il Vangelo, servendo l'uomo con l'amore di Gesù Cristo. I genitori educhino i figli al servizio degli altri, alla mondialità e all'accoglienza di persone di altre razze e culture. In questa linea le famiglie sappiano essere segno profetico di una nuova società mondiale, attraverso uno stile di vita sobrio ed improntato a modelli di consumo rispettosi della dignità di ogni uomo. I genitori formino nei figli un'autentica coscienza missionaria, favorendo in ciascuno di essi la convinzione che l'annuncio e la testimonianza del Vangelo è frutto e garanzia della sua vera accoglienza, e coltivino tra di essi le vocazioni missionarie.

  RIFERIMENTO BIBLICO  
Lc 10, 1-12.
1Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2Diceva loro: "La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! 3Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. 5In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". 6Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra. 8Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, 9guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio".

  LA PAROLA DEL PADRE  
Il 15 dicembre 1920 P. Annibale scrive un regolamento per le Missioni Estere la cui sintesi riportiamo qui di seguito:

1. Il carisma del Rogate impone la missione.
«Il sacro ed espressivo nome di Figlie del Divino Zelo del Cuore di Gesù, ci obbliga di zelare qualunque interesse di quel Divino Cuore, qualunque opera di carità, essendo lo zelo il fervore della carità».

2. Promuove le missioni tra gl'infedeli.
«In quanto poi a fondazioni estere, siano un santo ideale le fondazioni ovvero missioni nelle terre degl'infedeli, per esempio nell'Africa, nella Cina, nelle Americhe, nell'Oceania, nelle Indie, nella Russia ecc.».

3. Chi potrà andare in missione?
«Queste anime elette sarebbero dal cielo le colonne della Istituzione, il fuoco sempre vivo di carità e di zelo di tutte le loro consorelle della terra!».

4. La funzione della partenza.
Sarà «commoventissima pensando [...] che quelle consorelle non si vedranno più su questa terra, pensando che grande sorte è la loro di andare a far conoscere ed amare Gesù Cristo da tante anime, e per salvare  tante animucce di bambini e forse subire il santo martirio!».

5. La diffusione del carisma del Rogate.
(La preghiera per le vocazioni) «insegnandola a recitare agli alunni ed alle alunne, ma pure a tutti gl'infedeli convertiti [...]; si sforzeranno di propagarla tra i sacerdoti missionari e le suore missionarie di qualsiasi Ordine o Congregazione Religiosa. Si serviranno perciò della propagazione della nostra Pia Unione della Rogazione Evangelica del Cuore di Gesù [...] trasmettendo i nomi alla Casa Madre dove la Pia Unione sia mpiantata».

(Scritti Vol VI p. 23 (Regolamento FDZ)

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