Puntata 6

L’insediamento rupestre e l’eremita S. Corrado

L’insediamento

Sarebbe interessante intrattenerci sulle caratteristiche edilizie della grotta e della costruzione sovrastante, ma ciò sarebbe possibile trattarle in uno specifico studio, approfondendo la varia tematica della sua storia, delle dispute dei numerosi storici che con dovizia di particolari spaziano sulle origini, la natura dell’insediamento, il culto alla Madonna in essa praticato; (notizie, insomma, che di questo antico santuario fanno un punto di orgoglio del nostro patrimonio religioso).

Tutti fatti e circostanze sapientemente riassunti nel prezioso libretto di Franco Campanale e Nicola Bollino “Antico Santuario Madonna della Grotta e Speco di S. Corrado Bavaro presso Modugno (Ba)“.

Preme solo ricordare che la grotta-chiesa è stata conservata dai benedettini nello stato primitivo in cui l’avevano ereditata dai basiliani.

E, tornando al tema prefissatoci, ripetiamo che è in questo insediamento che nel secolo XII, reduce dalla Terra Santa, San Corrado, poi patrono di Molfetta, scelse un cunicolo particolarmente adatto all’isolamento e all’aspra vita di penitenza.

L’eremita S. Corrado

Ma come innanzi accennato, con Mons. De Palma riteniamo di poter ribadire: ”Nel suo complesso la biografia di S. Corrado appare abbastanza ricca di risvolti problematici, non del tutto chiariti e talora ancora insoluti”.

La leggenda

Racconta la leggenda che le sue spoglie furono poste su un carro trainato da due buoi, uno molfettese ed uno modugnese, i quali s'incamminarono autonomamente verso Molfetta. Durante il trasporto, una donna di Modugno furtivamente asportò due falangi di un dito del santo: reliquie tuttora venerate nella chiesa di Modugno. Sempre secondo la leggenda la carovana giunse nottetempo davanti al duomo, ma trovarono le porte sbarrate. Era il mese di febbraio e per riscaldarsi dal freddo, fu acceso un grosso falò nelle cui ceneri furono cotti ceci e fave per calmare i morsi della fame.