Puntata 5

Le ultime vicende del Santuario Madonna della Grotta

Il 24 marzo 1751 – Ferdinando II re di Napoli dona i beni (del Santuario) al Seminario di Teramo.

Il 25 aprile 1854 il primicerio di Modugno canonico Luigi Loiacono acquista il complesso e l’anno dopo fa costruire sui ruderi dell’abbazia uno stabile per comodità della sua famiglia. Successivamente Grotta, costruzioni annesse e relativo podere vengono acquistati dalla famiglia Amari-Cusa che risiedendo in Italia settentrionale, affida il tutto alle cure del colono. La Grotta viene lasciata in pieno abbandono e tutti gli ambienti usati a guisa di masseria, la Grotta a deposito di paglia e arnesi rurali. Scrive Mons. Milano:

” … il vano di accesso al cunicolo di San Corrado era tenuto nello stato di semistalla”.

Nel 1964 acquistava il tutto Giovanni Schiralli il quale provvedeva ad una prima ristrutturazione limitandosi, per altro, alle riparazioni esteriori, alberando e recintando lo spiazzo antistante il caseggiato e asfaltando il viale di accesso alla Grotta.

Il 29 marzo 1974 dagli eredi Schiralli i beni furono acquistati dalla Congregazione dei Padri Rogazionisti del Villaggio del Fanciullo di Bari e fu una vera salvezza per il Santuario. Meritoria, infatti, è stata la profonda, intelligente opera di ricostruzione avviata dai nuovi proprietari. Essi, anche per la propria identità di ordine religioso, hanno fatto della Grotta-Chiesa un vero santuario dove oltre alla celebrazione della santa Messa nei giorni domenicali e festivi con grande partecipazione popolare, vengono svolti suggestivi riti religiosi, come ad esempio la “Via Crucis” del venerdì santo alla luce di fiaccole, iniziative spirituali, ritiri e convegni.